Sarà banale, ma non è stato il mare.
La creazione di zone di non assistenza come risultato di politiche e interventi delle istituzioni nel Mediterraneo centrale; la criminalizzazione e la repressione delle persone in movimento in Sicilia, Libia e Tunisia; il naufragio del 14 dicembre.
Carcassa di un barchino in ferro nelle vicinanze di Cala Pisana.
Arrivi a Lampedusa e repressione in Sicilia, Libia e Tunisia.
Stando a comunicazioni ufficiali della CRI dal 24 dicembre al 1° gennaio 2024 sono stati 2.839 i migranti accolti nell'hotspot di Lampedusa gestito dalla Croce Rossa Italiana [...] I Paesi di provenienza nella maggior parte sono stati quasi per il 60%: Siria, Egitto, Tunisia e Bangladesh […]. Tutti gli sbarchi sono avvenuti con operazioni condotte da Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Frontex.
Tra il 25 e il 27 dicembre, circa 800 persone sono sbarcate a Lampedusa. Nello stesso periodo, la seaEye4, con a bordo 109 persone, è stata assegnata a Brindisi mentre la Ocean Viking al porto di Bari con 244 persone a bordo. La Sea Watch5, nella notte del 25 dicembre e durante la sua prima missione, ha effettuato il trasbordo di due gommoni con a bordo un totale di 118 persone tutti sbarcati a Marina di Carrara il 28 dicembre scorso.
In uno degli sbarchi avvenuti a Lampedusa il 27 dicembre, tra le 132 persone vi era il cadavere traforato da colpi di arma da fuoco e 3 feriti a testimonianza delle continue intercettazioni "a qualunque costo" da parte degli assetti libici e tunisini. La notte del 25 dicembre, infatti, un'imbarcazione in ferro con 96 persone a bordo è stata intercettata dalla guardia nazionale tunisina e trascinata in una modalità non al riparo da ogni rischio di capovolgimento. Negli stessi giorni il monitoraggio del giornalista Scandura ha evidenziato il lungo pattugliamento condotto dalla Guardia Nazionale tunisina nella rotta tra Sfax Lampedusa. Le autorità tunisine hanno intensificato i controlli in mare: il 5 gennaio 13 operazioni hanno intercettato 188 persone principalmente proveniente da Paesi sub-sahariani; 5 tunisini sono stati arrestati, 10 barchini in ferro e 8 motori sequestrati. Stando a fonti sul territorio, continuano le deportazioni forzate verso centri delle città del sud della Tunisia e verso i territori frontalieri con l'Algeria e la Libia.
Il 20 dicembre, inoltre, l'Unione Europea ha deciso di dare alla Tunisia 150 milioni di euro per sostenere gli sforzi del governo per intraprendere la ripresa economica; l'aiuto finanziario è parte del memorandum stipulato a Luglio 2023 che include 105 milioni per contrastare l'immigrazione clandestina.
Dal profilo X (Twitter) di Refugees in Libya e per quanto riguarda la situazione in Libia si legge che:
Tra il 29 dicembre 2023 e il 1° gennaio 2024, l'apparato di sostegno alla stabilità, in coordinamento con il DCIM, ha condotto violente incursioni nelle case di migranti e rifugiati a Tripoli e in diverse periferie, raccogliendo persone per strada e detenendole arbitrariamente in posti di blocco casuali. Oltre 2.000 persone sono state portate in centri di detenzione come Ainzara, Tarik Al-Sikka e Abu-Salim e molte altre detenzioni non ufficiali. Le guardie del DCIM in ogni centro di detenzione chiedono 500 euro per il rilascio di ogni persona.
Al momento in cui si scrive, 5 persone sono all'interno dell'hotspot, probabilmente per ragioni legate ad investigazioni della squadra mobile o dell'ufficio immigrazione. Come più volte denunciato, l'hotspot è un luogo multifunzionale in cui, insieme alla distribuzione di beni di prima necessità come sottolineato dal Presidente della CRI durante la visita del 18 dicembre scorso, si conducono indagini tese a "smantellare" le cause della migrazione illegale. E' ormai prassi l'assegniazione degli arresti domiciliari all'interno della struttura di contrada Imbriacola. In continuità con l'approccio criminalizzante, 3 persone di origine egiziana sono state arrestate a Pozzallo con l'accusa di scafismo; dall'inizio del 2023, sul fronte del contrasto al fenomeno del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sono stati 24 i trafficanti di esseri umani fermati solamente nel Ragusano.
Le 3 persone arrestate a Pozzallo facevano parte delle 109 persone di cui AlarmPhone ha comunicato pubblicamente la situazione di pericolo alle 12h30 circa del 30 dicembre scorso. Le autorità maltesi ed italiane avevano ricevuto la comunicazione dell'imbarcazione con avaria al motore verso le 4h del mattino della stessa giornata. L'intervento della Guardia di Finanza si è concluso la mattina del 31 dicembre, con lo sbarco nel porto siciliano.
Il naufragio del 15 dicembre 2023.
Stando alle comunicazioni su X di Scandura e su Radio Radicale: tra il 14 e il 15 Dicembre 61 persone sono scomparse in seguito ad un naufragio avvenuto a circa 25 miglia da Zwara e di cui 26 persone sono state recuperate dal rimorchiatore VosTriton (per informazioni più dettagliate sull'intervento del VosTriton). I superstiti sono stati respinti illegalmente a Tripoli dove sono stati imprigionati nel noto centro di detenzione di Tariq al-sekka.
Dopo la segnalazione di AlarmPhone, si sono alternate ben 3 missioni aeree di Frontex fin dal tardo pomeriggio del 14 che hanno sorvolato l'area del naufragio.
Nella stessa zone e nelle stesse ore in cui era presente il rimorchiatore VosTriton, era presente, inoltre, il rimorchiatore AssoTrenta operante in un altra piattaforma off-shore a nord delle coste libiche. Dalle 19:26 del 14 dicembre 2023, l'ITMRCC della Guardia Costiera Italiana ha trasmesso un SOS – per conto della Guardia Costiera libica - via InMarSAT e via Navtex per lo stesso caso.
Come ha dichiarato AlarmPhone: l'assenza di imbarcazioni di soccorso che pattugliavano la traversata quel giorno non è stato un caso. ma piuttosto la conseguenza di pratiche e politiche messe in atto da governi e istituzioni presenti nel Mediterraneo centrale. Qualche giorno prima, infatti, l'imbarcazione Geo Barents di MSF era presente nella stessa area prima di mettersi in direzione di Genova, porto in cui è stata assegnata dopo il recupero di 36 persone (meno del 10% della capacità della nave). Solo 12h prima, invece, anche la OceanViking era presente nella stessa area prima di essere inviata a Bari. Le zone in cui gli interventi in mare sono assenti, lenti o effettuati da imbarcazioni non adeguate è qualcosa che gli attori statali contribuiscono a creare.
Foto dal profilo X (Twitter) di Scandura
Nonostante il loro diretto e indiretto coinvolgimento, nessun attore - nè Guardia Costiera italiana, nè Frontex - ha rilasciato comunicazioni ufficiali sulla vicenda. In un superficiale quanto ipocrita comunicato di Frontex (con tanto di cordoglio per le famiglie), la causa della scomparsa di 61 persone in mare è da attribuire al mal tempo.
Come scrive Vassallo Paleologo sul naufragio del 14 dicembre scorso:
occorre anche nascondere le responsabilità per le stragi che si continuano a verificare […] Per questo non ci sono più rapporti annuali e comunicati stampa sulle attività di ricerca e salvataggio poste in essere, anche in acque internazionali, sotto il coordinamento delle autorità italiane, e si tenta in questo modo di nascondere le modalità dei soccorsi, i respingimenti collettivi con la riconsegna dei fuggitivi ai carcerieri libici, i naufragi in zone nelle quali le autorità libiche e tunisine non garantiscono soccorsi, ma praticano soltanto, quando riescono, intercettazioni in acque internazionali. Intercettazioni camuffate da operazioni di soccorso, ma finalizzate alla cattura dei naufraghi.
Secondo i dati dell'IOM, nel 2023 si contano 2797 persone morte e scomparse nel mediterraneo.
Carcassa di una barca in ferro nelle zone di Cala Stretta