Gli ultimi sviluppi dal Mediterraneo centrale
Dopo venti giorni senza sbarchi, solo nella prima settimana di maggio, circa 1240 persone hanno raggiunto le coste di Lampedusa. Il picco, con 17 sbarchi, è stato raggiunto il 5 maggio, quando 600 persone sono sbarcate sull'isola. Più della metà proveniva da Paesi come Bangladesh, Siria, Pakistan, Egitto e Marocco, mentre almeno un terzo delle persone provenivano dalle regioni subsahariane, e circa 100 dalla Tunisia. La maggior parte di loro è partita dalle coste tunisine, e in misura minore dalla Libia.
Fra queste ultime, la maggior parte con barche in vetroresina. Dalla Tunisia invece con precarie imbarcazioni in ferro. Nei primi giorni della settimana sono arrivati anche alcuni gommoni dalla Tunisia.
Durante la scorsa settimana, abbiamo osservato trasferimenti quotidiani di centinaia di persone da Lampedusa a Porto Empedocle in traghetto, nel tentativo di spostarle il più velocemente possibile da un hotspot all'altro.
Il 5 maggio, due imbarcazioni di ferro partite dalla Tunisia sono state localizzate, tra le tante, dall'aereo civile di Pilotes Volontaire, Colibri2. Una volta ricevuta la loro posizione, la nave Maldusa ha navigato verso la loro direzione, a circa 30 miglia nautiche a sud-ovest di Lampedusa, per offrire supporto. A bordo di ciascuna imbarcazione c'erano circa 50 persone; quando le abbiamo raggiunte, erano alla deriva. Abbiamo distribuito giubbotti di salvataggio e acqua potabile e siamo rimasti al loro fianco, finché la Guardia Costiera italiana non li ha imbarcati e trasferiti a terra.
Molte persone che attraversano il Mediterraneo sono quotidianamente supportate da iniziative civili aeree: l'osservazione dal cielo e la localizzazione di imbarcazioni in difficoltà giocano un ruolo fondamentale per fornire aiuti tempestivi e prevenire incidenti gravi. L'attuale governo italiano ha recentemente imposto un "ordine" emesso dall'ente tecnico dell'aviazione civile, che vorrebbe intimidire la loro attività, minacciando di bloccare i velivoli non governativi che volano lungo le rotte migratorie.
Le persone che si imbarcano in viaggi resi pericolosi attraverso il Mediterraneo possono ancora contare su Alarm Phone, una rete di volontari che risponde alle richieste di soccorso 24 ore su 24. Sabato sera, un gruppo di persone ha lasciato la Libia in fuga verso Lampedusa; hanno chiamato la linea telefonica a metà strada, quando si sono trovati alla deriva. Domenica sera, dopo aver fornito supporto alle altre due imbarcazioni di ferro, siamo riusciti a raggiungere la loro ultima posizione nota - ma non erano più lì, erano già a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera italiana in navigazione verso Lampedusa. Da diverse ore eravamo in contatto con i centri di coordinamento nazionali, chiedendo un intervento tempestivo; non riusciamo a spiegarci perché non abbiano potuto confermare il loro coinvolgimento e impedirci di navigare per decine di miglia verso una barca vuota, e allo stesso tempo ci chiediamo se la nostra presenza abbia avuto un qualche ruolo nello stimolare il loro intervento.
Il coordinamento con le guardie costiere e le autorità europee non è sempre stato facile. Abbiamo sollecitato la loro assistenza per aiutare le persone a bordo di una delle barche di ferro localizzate da Colibri2, ma si sono astenuti dall'intervenire fino a quando non hanno confermato che il motore della barca era alla deriva. È chiaro che la navigazione su barche di ferro è estremamente pericolosa e crediamo fermamente che gli interventi potenzialmente salvavita non dovrebbero mai essere ritardati a causa di presunti tecnicismi mentre decine di persone sono esposte a un pericolo crescente.
Il 7 maggio, un gruppo di circa 60 persone ha potuto allertare Alarm Phone ed essere raggiunto dalla barca a vela Nadir. Quest'ultima ha potuto fornire loro supporto durante la notte, prima che le persone imbarcassero a bordo della Guardia Costiera italiana. Due persone hanno presentato ustioni e avvelenamento da benzina e sono state trasferite dal molo Favaloro direttamente al poliambulatorio locale. Un corpo è stato recuperato invece senza vita e portato sulle coste di Lampedusa dai volontari a bordo di Nadir.
Nuove testimonianze riportano gli abusi della GN tunisina che hanno causato un naufragio e ucciso diverse persone, tra cui bambini, il 5 aprile. Mentre molti venivano espulsi nel deserto al confine orientale con la Libia, il premier italiano Meloni ha fatto visita al suo omologo Dabaiba a Tripoli e al leader dell'esercito nazionale arabo Haftar.